Siamo lieti di ospitare qui l’introduzione di Pierroberto Scaramella al suo libro La montagna sul mare – Scritti e immagini di ascensione al Faito e alla catena dei monti Lattari (1877-1983), 2001, Edizioni Paparo.
A tutt’oggi questo testo rimane la migliore descrizione sul mutamento della percezione della nostra montagna dal ‘700 fino a oggi, e ci aiuta anche a vedere le cose in una prospettiva più ampia, a partire dalle citazioni introduttive:
“E pure (chi il crederebbe?) con tanti favori di che natura è stata a questi luoghi benigna, essi sono abbandonati da’ cittadini, non corteggiati da’ forestieri! Ma un giorno forse, e non è lontano, quando le noie della città non ci faranno più salvi in Castellammare o in Sorrento, noi ripareremo ne’ mesi estivi in questi monti amenissimi.” (Achille Gigante, Viaggio da Napoli a Castellammare, Napoli, Stamperia dell’Iride, 1845, p. 164)
“Fo voti che, un giorno, questo bellissimo altipiano del Faito sia conosciuto dai napoletani e da coloro che visitano Napoli. Sono sicuro che quelli, fra essi, che hanno percorso la Svizzera, ritroveranno, sulle rive del Golfo di Napoli, l’aria balsamica e profumata delle celebri stazioni dell’Alta Engadina, dal colle della Maloggia a Pontresina.” (Vincenzo Campanile, La catena dei Lattari. Monte S. Angelo ai tre Pizzi, Roma, Loescher, 1892, p. 16)
“Debbo alla innata mia passione del podismo se, durante tutto un ventennio, percorrendo in lungo e in largo l’Appennino meridionale, [ ] io potei conoscere – ed amare – la realtà vera del povero nostro paese, non quella meramente fantastica che gli ideologi han dato fin qui a credere, ed oggi tornato, ahimè, a rimettere in campo! Che i giovani del Mezzogiorno ripiglino la buona e sana usanza dell’apprendere “de visu”, e non soltanto “de auditu” l’angoscioso mistero della cara non dolce terra, che noi avemmo in retaggio.” (Giustino Fortunato, Lettera alla sezione napoletana del Club Alpino Italiano, 15 giugno 1923)